
Le tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) saranno erogate dal Servizio Sanitario Nazionale a partire dal 2024. È questa una delle importanti novità introdotte nel nostro Paese pochi giorni fa, dopo il via libera della Conferenza Stato-Regioni al decreto del Ministero della Salute, stilato di concerto con il MEF (Ministero delle Finanze), sulle tariffe dei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) in attuazione del Dpcm 12 gennaio 2017.
Il nuovo tariffario e nomenclatore della specialistica ambulatoriale, come si legge nella Relazione tecnica del decreto “contiene elementi di forte innovazione, includendo prestazioni tecnologicamente avanzate ed escludendo prestazioni ormai obsolete. Si è tenuto conto che numerose procedure diagnostiche e terapeutiche, considerate nel 1996 quasi “sperimentali” o eseguibili in sicurezza solo in regime di ricovero, oggi sono entrate nella pratica clinica corrente e possono essere erogate in ambito ambulatoriale”. Tra queste, proprio la PMA.
In generale, sono oltre 3mila le prestazioni di specialistica ambulatoriale e di assistenza protesica previste (le prime in vigore dal 1° gennaio 2024, le seconde dal 1° aprile 2024).
Aumenta così il numero delle prestazioni sanitarie che tutte le Regioni sono obbligate a garantire, in forma gratuita o dietro pagamento di un ticket. Un accordo, quello tra Governo e Regioni, che sarà attuato dopo sei anni di stand-by.
“Tutti i cittadini, superando le disomogeneità assistenziali” ha dichiarato il ministro della Salute, Orazio Schillaci a seguito del semaforo verde da parte delle Regioni “potranno finalmente usufruire in ogni area della Nazione di prestazioni al passo con le acquisizioni medico scientifiche ormai consolidate”.
Certamente, la decisione tanto attesa arriva in un momento storico non semplicissimo: le Regioni hanno più volte sottolineato come occorrano finanziamenti e non solo per introdurre nuove prestazioni, ma anche per accorciare le liste d’attesa già esistenti. “C’è un tavolo di monitoraggio del MEF che lavorerà da qui a fine anno per trovare eventuali ulteriori risorse che dovessero essere necessarie, oltre ai 400 milioni già disponibili“, ha spiegato il ministro Orazio Schillaci, “Si tratta comunque di un segnale fortissimo che va nella direzione di sbloccare le diseguaglianze e di contenere la mobilità sanitaria“.