Fare chiarezza sul delicato tema della fertilità, tra imbarazzi, non detti, disinformazione e un mondo, quello dei giovani, per dirla con le parole del conduttore Matteo Grandi – testimonial della campagna Concepiamo 2022, scrittore e autore televisivo – “che considera la genitorialità un fenomeno aleatorio e futuribile”. Questo l’obiettivo dei quattro podcast “ConcepiAmo. Progettare un futuro fertile”, realizzato da StorieLibere, editore leader in questo campo, con il contributo non condizionante di Ferring S.p.A. 

La narrazione segue un fil rouge ben preciso. Il punto di partenza è la denatalità che, secondo l’Istat, nel nostro Paese sembra non conoscere freno. Secondo l’Istituto, infatti, la popolazione continuerà a diminuire passando dai 59,2 milioni del 1° gennaio 2020 ai 57,9 milioni nel 2030. E, sempre per dare qualche numero, stando alla relazione al Parlamento sulla PMA 2020, in Italia ci sono circa 80mila coppie che si rivolgono ogni anno alle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita. Un numero importante, a fronte di tanta disinformazione sul tema. “Già perché molte volte” spiega Grandi nel primo appuntamento, “la difficoltà nel reperire informazioni corrette e la superficialità con cui si prendono per buoni passaparola, falsi miti e nozioni poco accurate, soprattutto in rete, rischiano di generare confusione, esponendo le coppie con problemi di infertilità a illusioni e sofferenze”. “Anche mia moglie ed io” racconta Giacomo D’Amico, ospite della puntata e presidente dell’Associazione Hera “all’inizio abbiamo interpellato Google, ma poi ci siamo resi conto di non essere convinti e, dunque, attraverso il passaparola di amici e conoscenti che avevano affrontato il percorso di PMA, abbiamo deciso di affidarci a un Centro, di fidarci dei medici, pur nella consapevolezza che i trattamenti non sarebbero stati una bacchetta magica”. E continua: “Non è facile, il cammino è tutto un sali e scendi, tra grandi entusiasmi e aspettative e delusioni che bruciano. Noi ce l’abbiamo fatta, alla fine, e ora abbiamo una bellissima bimba di quasi otto anni”. 

L’esperienza di d’Amico, insomma del “papà”, porta anche a un’altra importante riflessione: “Non c’è nulla di più fuorviante di pensare alla PMA come a una cosa da donne”, puntualizza Grandi “nonostante questa sia, vuoi per retaggio culturale, vuoi per un approccio superficiale al tema, una percezione ancora troppo diffusa. In realtà è fondamentale coinvolgere fin da subito nel percorso anche il partner maschile. Magari cercando di vincere le sue reticenze”. 

E le nuove generazioni possono contribuire, e tanto, in questo senso. Importante capire cosa ne pensano loro, i diretti interessati. “Secondo un’indagine condotta da Infodata, Agenzia informativa de Il Sole 24Ore” introduce Matteo Grandi nel secondo podcast” nel 2050 gli over60 in Italia saranno il 34,9% della popolazione totale. Più di uno su tre: uno scenario molto delicato sotto il profilo sociale. Dovremo pensare infatti sempre di più, in termini di Welfare, a come gestire aspetti delicatissimi quali pensioni e assistenza sanitaria. Peraltro, stando agli scenari ipotizzati da Infodata, l’anno chiave sarà il 2049. Già perché sarà l’anno in cui le morti potrebbero doppiare le nascite: 788mila contro 390mila”. E tra le nuove leve, racconta il conduttore “la genitorialità non sarebbe una priorità per un giovane italiano su tre: secondo alcune indagini, il 35% dei giovani senza figli non prevede di averne in futuro. E se, invece, un figlio desiderato non dovesse arrivare, 7 giovani italiani su 10 si direbbero pronti a ricorrere a cure mediche se non riuscissero a concepire naturalmente”. “Le nostre ricerche confermano questi dati” commenta l’ospite della seconda puntata, Pamela Tozzo, medico chirurgo e ricercatrice di Medicina Legale del Dipartimento di Scienze Cardio-Vascolari e Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Padova “fare educazione sull’importanza della genitorialità e della preservazione della Fertilità diviene sempre più un’esigenza di Salute Pubblica, come anche evidenzia l’Istituto Superiore di Sanità: è fondamentale entrare nelle scuole e non solo per parlare di sessualità, ma anche di quegli stili di vita e di quelle condotte che, anche se da giovanissimi ci sembrano poco rilevanti, possono cambiare la nostra esistenza più avanti, magari negandoci una famiglia”. “E non basta” prosegue Tozzo “i ragazzi devono sapere che, per esempio, il processo di conservazione degli ovociti o degli spermatozoi non è solamente per quei soggetti che, purtroppo, si trovano ad affrontare problemi seri di salute, quali le malattie oncologiche, ma anche un’opportunità che viene loro offerta per mettere al sicuro il proprio futuro. E forse, spera Grandi, “la recente confessione a cuore aperto di Jennifer Aniston può aiutare ed essere una spinta positiva verso la consapevolezza e l’informazione”. L’attrice ha recentemente dichiarato, infatti: “Avrei dato qualsiasi cosa se qualcuno ai tempi mi avesse detto: congela i tuoi ovuli. Fatti un favore. È una cosa a cui non pensi. Quindi eccomi qui oggi. La nave è salpata”. 

Ma se vogliamo conoscere da vicino, liberi da paradigmi, i nostri ragazzi, dobbiamo saperne di più La terza e la seconda puntate dei podcast sono “riservate” a loro. “Spaventati dalle contingenze figlie di una pandemia e di una guerra” introduce Grandi “i ragazzi di oggi sono attanagliati dall’ansia per la ricerca di un lavoro e per i cambiamenti climatici. Il detonatore di questo disagio è stato sicuramente rappresentato da un distanziamento sociale forzato che ha tolto certezze e ha creato un senso di isolamento molto difficile da superare. Specie in epoca di social network in cui le connessioni digitali, in un primo tempo, sono riuscite a contenere gli effetti di questo isolamento, ma che alla lunga hanno creato barriere rispetto a forme di socializzazione tradizionale”. Emma Galeotti, studentessa ventenne molto nota, è stata ospite della terza puntata e ha reso spunti interessanti: “Magari nelle scuole parliamo di educazione sessuale, ma non abbiamo mai sentito parlare di preservazione della Fertilità. Crediamo nella Scienza e nei suoi sviluppi, ma in questo campo specifico nessuno ci dice alcunché”. Spiega meglio Emma: “Intanto c’è da considerare che noi ventenni sappiamo bene quali siano i comportamenti rischiosi, ma, spesso, viviamo alla giornata e non pensiamo a cosa succederà tra dieci o venti anni. E poi, anche se parliamo apertamente in famiglia di noi e della nostra sessualità, il pensiero principale dei nostri genitori è quello di evitare malattie sessualmente trasmesse o gravidanze indesiderate. Quindi noi cresciamo così, senza dare peso al futuro e senza pensare che, magari, a 30 anni, quando penseremo alla genitorialità, ci si possa pentire di qualche comportamento sbagliato e di non riuscire ad avere bambini”. “Insomma”, fa eco il conduttore “il contesto è l’elemento chiave. E se a questo contesto si aggiunge una mancanza di informazione su certi temi è evidente che i rischi aumentino”. E se le giovani ragazze un po’ di consapevolezza, se portate sul tema, la dimostrano, cosa ne sanno i giovani maschi? “La salute sessuale dei ragazzi” racconta Grandi nella quarta e ultima puntata “andrebbe preservata e protetta fin dai primi mesi di vita. Poi, intorno ai 12/14 anni, prima dell’avvio dell’attività sessuale, è necessario un controllo dall’andrologo che valuti la funzionalità di tutto l’apparato genitale. Invece al giorno d’oggi capita che la maggior parte dei maschi non sa chi sia l’andrologo e anzi ne abbia persino timore”. “Certo” spiega Milo, un ragazzo di 20 anni molto attivo sui social e podcaster “noi ragazzi cresciamo con il machismo addosso. Per esempio le prime esperienze, anche sessuali, sono filtrate da racconti rocamboleschi, o addirittura abbiamo come metro di misura i porno. Quindi, per noi, poi, la realtà è difficile da affrontare”. Aggiunge: “Se per le ragazze chi è e che cosa fa il ginecologo è chiaro, per noi l’andrologo rimane una figura quasi mitologica. Io ci sono stato una volta: dobbiamo ancora imparare, dalle famiglie o dalle scuole, a non vergognarci. Insomma, può non essere facile chiudersi in una stanza con il barattolino per la raccolta dello sperma con tua madre che ti aspetta fuori”. 

Milo, però, ammette come stanno le cose, e quindi è consapevole. “E proprio perché la consapevolezza di Milo rappresenta un’eccezione” conclude Matteo Grandi “bisogna lavorare sulla regola, che ci parla di tanti, troppi giovani disinteressati e male informati. Forse perché ignorano l’importanza della prevenzione. Forse perché hanno paura di parlare di problemi legati alla sfera della sessualità per una questione di retaggio culturale. Forse perché non sanno che la metà dei casi di infertilità sono maschili. Ancora una volta la conoscenza è la chiave. E il messaggio forte che ci sentiamo di mandare in chiusura di questi appuntamenti è legato all’importanza dell’approccio educativo. Educare, educare, educare!!” 

Gli episodi, della durata di circa 25 minuti ciascuno, sono introdotti dalla voce inconfondibile di Angelo Pisani che, insieme a Marco Silvestri è conosciuto sul piccolo schermo grazie al duo “Pali e Dispari” e al libro “Diciamoci tutto, al massimo ci lasciamo” scritto insieme alla compagna Katia Follesa. Il podcast, oltre che qui, è disponibile sul sito di storielibere.fm e sulle principali app di ascolto (Apple Podcast, Spotify, Google Podcast, ecc).