Possibili esiti

A cura di:
Dr. Simone Giulini
Responsabile Centro Medicina della Riproduzione
Responsabile Struttura Semplice di Fecondazione Assistita
Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico – Modena

Alla fine del percorso diagnostico, anche qualora non sia stato possibile identificare chiaramente la causa primaria dell’infertilità, la popolazione di coppie infertili risulta suddivisa in alcune “categorie”:

  • Coppie con infertilità idiopatica, dove cioè l’iter diagnostico non è stato in grado di mettere in evidenza alcuna alterazione degli organi riproduttivi. Nella popolazione di coppie infertili, la infertilità idiopatica rappresenta circa il 15%.
  • Coppie sub-fertili, dove la funzionalità degli organi riproduttivi risulta compromessa ma non assente. La sub-fertilità può essere di grado lieve, moderato o severo. La sub-fertilità è la condizione più frequente (60%) e spesso, nella stessa coppia si associano più fattori di sub-fertilità.
  • Coppie con un fattore di sterilità assoluta (maschile o femminile), dove cioè si riscontra la presenza chiara di un fattore maschile o femminile che rende impossibile un concepimento spontaneo. Queste coppie rappresentano circa il 20% delle coppie infertili. Nel caso della donna, la sterilità assoluta può essere tubarica (asportazione chirurgica od occlusione di entrambe le tube), ovulatoria da menopausa precoce (da POF, da asportazione chirurgica di entrambe le ovaia, da terapie antiblastiche), da ipogonadismo ipogonadotropo, uterina (isterectomia, disgenesia/agenesia utero-vaginale). Nel caso dell’uomo, la sterilità assoluta è rappresentata dalla condizione di azoospermia.

In conclusione, l’infertilità interessa circa il 15-20% delle coppie in età riproduttiva e si stima che circa il 50% di tali copie per tentare di ottenere la gravidanza si sottopongono a tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita.